EVENTI e MOSTRE TEMPORANEE

Paesaggi del Po

(Mostra in corso)




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Viaggio di un artista intorno al mondo 

(Novembre 2019: CONCLUSA)


è una mostra che, per il Museo Paleoantropologico del Po, ha rappresentato il naturale completamento di un percorso espositivo, di ricerca e di analisi in senso scientifico e artistico.

Massimo Canuti è un artista poliedrico, radicato al proprio territorio, capace di divagazioni pittoriche zoologiche degne del miglior naturalista. Egli sa offrire, attraverso la ricerca nell'ambiente fluviale padano e della tradizione pittorica ad esso legata, una visione del tutto soggettiva, iconografica della natura. Involontariamente influenzato da Ligabue e dai grandi naturalisti del passato, Canuti conduce il visitatore nel mondo degli animali, siano essi esotici o locali, con la forza marcata del tratto deciso del carboncino e di sprazzi di colore significativi quanto la forma del disegno nella sua complessità. Palese, quanto casuale, è il dualismo con Antonio Ligabue nella rappresentazione degli animali esotici. In quest’ultimo le fiere erano reminiscenze di libri e osservazioni dei circhi che transitavano nella bassa, in Canuti, questi animali sono il frutto di un’analisi dettagliata di raffigurazioni naturalistiche d’epoca, di documentari ma anche di osservazioni dirette. Il legame con i naturalisti emerge inequivocabilmente nell'autore grazie alle formule dentarie riportate e agli appunti scritti con pennino sui lati dell’immagine principale, sempre su fogli ingialliti e sempre strappati dal taccuino naturalistico.

La straordinarietà di entrambe gli autori sta anche nell'aver disegnato, dalla golena, animali esotici che in entrambe i casi si ignorava avessero popolato la Pianura Padana nelle epoche passate. Ed è qui che entra in gioco il Museo Paleoantropologico del Po, con la vasta collezione di reperti fossili e non, che si insinua nella mostra temporanea del Canuti valicando il confine tra leggenda e realtà. L’elefante tracciato in nero sul foglio ingiallito intravisto dall'interno di un omero cavo di Elephas antiqus; il bisonte europeo seminascosto da un grosso cranio di Bison priscus; la civetta con sguardo rapace sovrastata da un barbagianni tassidermizzato in scena di caccia; il leopardo furtivo e oscuro sotto il suo cranio e il giaguaro con sembianze da felino domestico dietro lo sguardo aggressivo di una mummia naturale di gatto, sono alcune delle correlazioni offerte dall'esposizione in questo particolare luogo: il dualismo disegno-reperto capace di amalgamare arte, scienza e museologia.









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ERICAILCANE CELEBRA IL VENTENNALE DEL MUSEO PALEOANTROPOLOGICO DEL PO
(MAGGIO 2018)
 
Definirlo uno dei più grandi street artist italiani (e internazionali) non è un eufemismo.
Ericailcane è stato invitato a celebrare l'importante traguardo dei vent'anni del Museo di San Daniele Po con una sola richiesta da parte dell'Amministrazione comunale: celebrarlo col LuPo.
All'artista non è stato chiesto un bozzetto, che probabilmente non è mai neanche esistito.
Gli è stato fatto visitare il Museo al fine di vedere il fossile in oggetto, un cranio di lupo in fase di studio rinvenuto nel 2016. Oltre agli innumerevoli e preziosi resti conservati.
La seconda "raccomandazione" fatta all'artista è stata: il murales, per favore, fallo più grande che puoi, la parete è tutta per te (anche la soprintendenza è stata d'accordo perchè le opere di Ericailcane sono un valore aggiunto, un arricchimento artistico e culturale).
Da quel momento Amministrazione e cittadini sono diventati il Pubblico dell'artista all'opera.
Ericailcane ha abbozzato il Lupo, umanizzato come nel suo stile, con una giacca rossa su elegante camicia bianca, con le zampe anteriori (mani) congiunte come a sostenere qualcosa. 
Galleggiante su di una nuvoletta bianca l'animale, per nulla famelico, ha preso forma. Bello e caricaturale, addirittura simpatico e pronto ad accogliere gli studenti della locale scuola ogni mattina.
Realizzata la figura, circa 10 m di altezza, l'artista si è preso una breve pausa per contestualizzarlo poi ha iniziato a dipingere col grigio sagome incomprensibili sul resto della facciata.
Il pennello nero fine ha quindi delineato i contorni: ossa. E cosa ci si poteva aspettare per celebrare un museo paleontologico pieno di ossa di mammiferi? Ecco quindi che le sagome hanno preso forma e l'una articolata sull'altra hanno composto un traballante scheletro di mammut.
A quel punto l'intuito dei visitatori cadde sulla nuvola bianca, che gradualmente si trasformava in un groviglio osteologico. Ma non un groviglio casuale. No, un groviglio fatto con le ossa (si quasi tutte) conservate nel museo, copiate una ad una dal catalogo dei fossili del Po e rese tal quali da linee e sfumature nere. Tracce queste ultime talmente accurate da mostrare i tratti tassonomici di riconoscimento delle specie (chi se ne intende di anatomia comparata lo noterà).
Ecco dunque il senso del murales:
"Il Lupo, uno dei fossili cardine del Museo, fa il Museo emergendo da un groviglio confuso di resti dai quali sceglie, per poi assemblarle, ossa di mammut: il Lupo al centro del Museo, contribuisce a costruire il Museo". Un colpo di genio che solo un grande artista può permettersi.
Una caricatura non banale, accurata, precisa nei minimi dettagli e significativa. 
Il Lupo del Po sono tutti i volontari che in questi VENTI anni si sono succeduti, e che continuano tuttora a lavorare per costruire e gestire il Museo Paleoantropologico del Po di San Daniele Po. 
Visto da alcuni come una palla al piede del paese, questa struttura sta producendo conoscenza, incamerando un enorme patrimonio naturalistico e gradualmente plasmando il Paese sulla propria immagine. Un'immagine bella, utile, laboriosa e internazionale.
Serve questo ad un piccolo paese di provincia? Non nascondiamoci dietro a un dito, i problemi sono infiniti ma questa struttura, in parte, sta piacevolmente aiutando a risolverne alcuni.
Ammettere che è bello non è peccato ma conferma della realtà. E' un esempio di come si debba essere orgogliosi del proprio Paese, in particolare se questa bellezza è prodotta dall'operato volontario di un gruppo di cittadini.
Anche Ericailcane ora fa parte di questo gruppo, lui che in tre giorni ha saputo aggiungere una straordinaria ciliegina su di una torta da vent'anni in cottura.